San Giovanni in Persiceto: “ALT Stazione”

San Giovanni in Persiceto: “ALT Stazione”

Dati Progetto

Concorso: Riqualificazione stazione e fabbricato denominato “ex arte meccanica”
Luogo: San Giovanni in Persiceto – Bologna
Progettisti: AP+a STUDIO
Committente: Comune di San Giovanni in Persiceto
Data: Settembre 2012
Risultato: 5° in graduatoria

Localizzazione

La ricerca di dialogo continuo è architettura. La necessità di trovare risposte è architettura. La consapevolezza della responsabilità è architettura.
E’ in questo ambito ed all’interno di un contesto urbano caratterizzato dalla piccola dimensione, da un’architettura fortemente legata alla tradizione che si inserisce la ricerca del progetto.
La trasfigurazione delle tematiche diviene così elemento generatore di nuove forme e narrazione dell’intero percorso progettuale: la ferrovia (velocità, acciaio, macchina, lame, rotaie), la città e il suo territorio (il legame con l’abitato storico e l’asse del viale, la centuriazione, gli elementi di governo del territorio e la natura stessa) e il fabbricato dell’ Ex Arte Meccanica (un articolato e disorganico “hangar” contenitore di macchine, intreccio di travi, tralicci, un vero e proprio scheletro appoggiato alla ferrovia).

Dalla rilettura della dinamica territoriale nasce il disegno e la trasformazione plastica del piazzale: l’asse del viale, coincidente con il Cardo, genera la piazza pedonale provocando il sollevamento di un cuneo che diviene prato e si prolunga oltre l’asse del binario del mulino.
In dialogo, separata, ma collegata, si diffonde la piazza della ferrovia e della bicicletta, dinamica, attraversata da vettori che segnano percorso, individuano soste e conducono ai binari, al centro socio culturale San Giovanni delle Donne e alla ciclabile, che, proseguendo, attraverserà il nuovo centro culturale e ricreativo Ex Arte.
Su questo spazio si affacciano i locali della stazione ferroviaria concessi in uso alla comunità, e oggetto di un leggero intervento di rifunzionalizzazione e riordino degli ambienti interni.
Nel piazzale, nasce il tema fondante e caratterizzante l’intero progetto: la lama metallica che trasformandosi e giustapponendosi darà luogo a tutti gli elementi crescendo di scala: da arredo urbano sino allo scheletro-struttura del complesso dell’ Ex Arte.

Proseguendo verso il percorso che dà sull’accesso secondario di Via Cento, i fabbricati ferroviari concessi in uso, divengono finalmente protagonisti della riappropriazione del luogo, e combinandosi con le lame e le doghe metalliche, danno luogo ad un piccolo centro socio culturale femminile. I fabbricati, liberati dalle barriere e oggetto di ristrutturazione, restituiscono un piccolo spazio comunitario, appartato ma collegato, che ospiterà funzioni polivalenti e aperte.
Il tema poi, prosegue, riemerge al di là del tracciato ferroviario, segnando con il suo ritmo abbinato e mutuato dai successivi pannelli antirumore, sino ad arrivare al centro ExArte.

Il centro culturale e ricreativo ExArte nasce come naturale percorso evolutivo dell’idea fondante l’intero intervento: la necessità di creare un’architettura ad una scala urbana che non sia il frutto di un intervento isolato, unitamente alla suggestione industriale della preesistenza, alla dinamica vettoriale della ferrovia.
L’elemento base che caratterizza lo scheletro del fabbricato che ne è struttura e involucro, consente una notevole libertà volumetrica interna, non sacrificando la possibilità di trasformazioni, ampliamenti, senza alterare il forte senso unitario dell’intervento.
Il centro culturale si caratterizza così come un complesso in cui non esiste interno ed esterno, è fabbricato e piazza al contempo; la vocazione comunitaria è sottolineata dall’importanza attribuita ai percorsi e agli spazi di relazione: esso è al contempo museo, percorso spazio di relazione tra interno ed esterno.
I volumi che all’interno danno corpo ad un vero e proprio interno urbano, ospitano in parte le funzioni che sono emerse dal laboratorio di partecipazione.
Si è perciò scelto di dare maggiore enfasi e spazio alle attività giovanili, data la vicinanza con il plesso scolastico, il parco e vista inoltre la non esclusività delle medesime: il percorso distributivo museale rappresenta l’ideale trait d’union tra le generazioni; gli spazi a disposizione che su esso si affacciano sono utilizzabili da tutti. Le due sale al piano terra si possono trasformare con pareti mobili in un’unica grande sala multifunzionale, a disposizione delle varie generazioni, così come le due aule laboratorio in testa all’intervento (piano terra e primo). Il grande ovale aggettante del piano primo ospita uno spazio a più forte vocazione giovanile (non escludendo però altri fruitori). Il percorso si conclude con il volume “monolite” dedicato alla musica con sala prove e registrazione e saletta lezioni. A determinare una quinta interna e ad accentuare la scala urbana dell’intervento è presente un volume cuneiforme (con affaccio sulla piazzetta coperta) che ospita un bar.
La pista ciclabile corre all’interno del complesso abbracciandolo e definendolo, insinuandosi con una curva tra lo skatepark e gli orti didattici.
Il centro ricreativo e culturale per la sua stessa concezione spaziale da’ la possibilità di vivere l’organismo nella sua complessità consentendo sia una vita comunitaria che la possibilità di ritrovare angoli di concentrazione. La sua articolazione spaziale, fortemente influenzata da una visione “industriale”, complessa dello spazio, si apre e suggerisce la continua contaminazione da parte di chi voglia partecipare ad arricchirla e trasformarla.

Arredo Urbano

Il piazzale della stazione si trasforma e si plasma sui segni di una memoria millenaria (la regolarità della centuriazione) come segno di governo, di quiete e di regolarità, e la dialettica con la frattura legata alla velocità della ferrovia; qui emergono e si trasformano gli elementi che svolgono una duplice funzione: individuare i flussi di percorso e trasformasi negli oggetti di progetto che risponderanno alle esigenze funzionali: da montante luminoso per la bassa recinzione di confine con la banchina ferroviaria, ai portalampada che segneranno i percorsi non accessibili ai veicoli, alla nuova pensilina-boschetto dei bus (trasformandosi in agili portali giustapposti), sino a combinarsi e divenire un parcheggio per biciclette e al contempo un diaframma di confine; gli stessi elementi trasformati spiccano nel piazzale dinamico della ferrovia a guidare il percorso ciclabile verso il sottopasso, divenendo spazio di attraversamento, di sosta e leggera quinta visiva verso l’asse stradale.
Gli elementi di arredo, tutti derivanti dall’evoluzione del elemento concetto base, accompagnano sia visivamente, che come segno, il ciclista o il pedone, portandoli verso la piazzetta delle donne, trasformandosi nell’intervento architettonico sui fabbricati esistenti; oppure attraversando la ferrovia sino a divenire essi stessi architettura nel centro ex arte.